Lutto ed Eventi Traumatici
A molte persone sarà capitato, nella propria vita, di vivere situazioni dolorose, o subire un arresto tale da produrre quello che comunemente definiamo trauma, il turbamento dello stato psichico prodotto da un avvenimento dotato di notevole carica emotiva.
Ebbene sì, il trauma colpisce la strutturazione dell’Io e del soggetto, producendo essenzialmente una “ferita narcisistica”, e mettendo a repentaglio il senso di sicurezza, facendo avvertire uno stato di impotenza.
In realtà occorre tener presente che non sono i fatti oggettivi a determinare o meno la traumaticità dell’evento stesso, bensì l’esperienza emotiva soggettiva dell’evento. Più l’esperienza ci fa sentire impauriti o impotenti, più è probabile sperimentare un trauma psicologico.
Solitamente l’evento risulta inaspettato, la persona viene colta completamente impreparata e non si possono evitare le conseguenze.
L’evento può verificarsi una sola volta (es, incidenti, episodi di violenza, disastri naturali..), oppure essere continuo e a lungo termine (atti di bullismo, violenza domestica abbandono genitoriale), o ancora per cause comunemente trascurate (come interventi chirurgici, la perdita improvvisa di una persona cara, la rottura di una relazione significativa o esperienze umilianti di qualsiasi tipo). Ad ogni modo produce effetti personali e soggettivi, per i quali spesso è indispensabile chiedere aiuto.
Questi, infatti, possono incidere sulla vita della persona, a volte invalidandola. Il superamento di situazioni traumatiche può avvenire con un valido aiuto e soprattutto con l’entusiasmo della persona stessa che, a poco a poco, impara a credere in se e nelle proprie capacità, promuovendone l’elaborazione oltre ad una rinnovata capacità di utilizzo della propria resilience (risorse personali che, pur non essendo immediatamente evidenti al soggetto che le possiede, gli consentono un completo recupero, anche in seguito ad eventi altamente destabilizzanti).
“Quando non è possibile resistere né fuggire, il sistema umano di auto-difesa viene sopraffatto e si disorganizza. Ogni aspetto della normale risposta al pericolo, avendo perso la sua utilità, tende a permanere in una modalità alterata ed amplificata per molto tempo dopo che l’effettiva situazione di pericolo è terminata”. (Judith Herman, 1992)