Il viaggio terapeutico che può guarire
«Quel che ci salva è il nostro esser nani che camminano sulle spalle dei giganti… I giganti sono le nostre storie, i successivi e contraddittori volti che abbiamo avuto in passato, e, in quanto tali, personificano il bagaglio dei nostri vissuti personali e collettivi. Dalle loro alte spalle possiamo vedere un certo numero di cose in più, e un po’ più lontano. Pur avendo la vista assai debole possiamo, col loro aiuto, andare al di là della memoria e dell’oblio» (B. Spinelli, 2001)
Ciascun di noi è frutto della propria storia, che influisce sul percorso di vita, personale e professionale (O. Sacks, 1985). È nella famiglia che l’individuo costruisce la sua identità; nel legame continuo con i propri cari impara a riconoscere sé stesso; è qui che apprende cosa significa essere figlio, fratello, nipote, coppia e genitore.
La stessa famiglia d’origine diventa “modello di riferimento”, per le proprie esperienze adulte, per la costruzione della propria famiglia (Cardinali e Guidi, 1992).
Si impara come e secondo quali parametri si decodifica ogni nuova esperienza; la famiglia si pone come luogo dove ciascuno acquisisce la capacità di porsi in relazione con il mondo esterno; è un apprendimento arricchente e nello stesso tempo condizionante.
Potersi reimmergersi, da adulti, nel proprio passato, riconoscere le diverse presenze nell’avvicendarsi delle generazioni, essere consapevoli del proprio copione familiare e personale, consente di non diventare vittime delle proprie storie ma protagonisti. Per potersi svincolare dalle proprie origini (per raggiungere una propria individualità) è importante essere grati alla propria storia e a coloro che ci hanno preceduto.
È possibile fare tutto questo con l’aiuto di un terapeuta, in un percorso di terapia familiare, sia esso intrapreso con la famiglia reale che insieme entra nella stanza di terapia, sia in individuale; nel secondo caso la famiglia si custodisce dentro di sé, e con l’aiuto del terapeuta si ripercorre ogni passo del proprio passato e di quanto si è interiorizzati, per poter diventare più forti, sciogliere i nodi e affrontare con fermezza il proprio futuro.
Scegliere di intraprendere un percorso terapeutico è un po’ come decidere di fare un viaggio in aereo, diretti in un paese lontano; insieme al terapeuta, al bordo dello stesso aereo, entrambi si è piloti (e non è detto che ci siano passeggeri…) lungo il primo tratto, per poi lasciare il comando alla persona, dando spazio al solo e unico protagonista della storia.
“Non possiamo sapere cosa ci potrà accadere nello strano intreccio della vita. Noi però possiamo decidere cosa deve accadere dentro di noi, come possiamo affrontare le cose, e quale decisione prendere, e in fin dei conti è ciò che veramente conta”. (Newton J. F)